Diario di guerra di Biagio Peretti, item 5

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Verso sud una mitragliatrice nemica gracida solitaria.

Qualche luce traspare disegnando le entrate dei ricoveri.

L' automedonte ferma. Al piede dell'argine, una piccola buca

chiusa da un telo da tenda, è l'ingresso poco maestoso del

ricovero del mio futuro comandante. Dopo aver chiesto permesso ed

aver sbattuto regolarmente il cranio nell'ahimè, robusto trave

che arma quella buca, entrò. È una cavernetta armata da tronchi

di pioppo, né sgrossati né troppo allineati. Da un lettuccio pensile in

un angolo si alza un uomo basso e tarchiato, con un maschio

viso aperto e due azzurri occhi sorridenti. Ma grande capigliatura

fulva rigettata all'indietro, ed una bella barba pure fulva

coronano quel viso guerriero. „Il Capitano Gontier?"

«Sono io» e mi stringe la mano.

Torinese puro sangue. Subito siamo amici, e mi fa le sue 

confidenze ridendo con certi bianchi denti da lupo che

fanno credere quando dice: "Non passeranno„

Sul tavolo troneggia una polenta dorata molto rispettabile, corteggiata

da una dozzina di bottiglie, certo non vuote. 

Col capitano ed i suoi ufficiali attacchiamo subito, all'invito 

gentile. Poi si discorre. La compagnia è al completo, perciò dobbiamo 

fare dietro fronte subito, dato che di giorno non si può viaggiare.

Perciò montiamo sul nostro carro, e andiamo a Monastier

a posare le nostre povere ossa, per andare l'indomani a presentarci

al comando della Brigata Acqui, cui apparteniamo.

1.- Dopo svariate peregrinazioni in cerca del comando di Brigata,

da esso sono stato assegnato alla 264.

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Verso sud una mitragliatrice nemica gracida solitaria.

Qualche luce traspare disegnando le entrate dei ricoveri.

L' automedonte ferma. Al piede dell'argine, una piccola buca

chiusa da un telo da tenda, è l'ingresso poco maestoso del

ricovero del mio futuro comandante. Dopo aver chiesto permesso ed

aver sbattuto regolarmente il cranio nell'ahimè, robusto trave

che arma quella buca, entrò. È una cavernetta armata da tronchi

di pioppo, né sgrossati né troppo allineati. Da un lettuccio pensile in

un angolo si alza un uomo basso e tarchiato, con un maschio

viso aperto e due azzurri occhi sorridenti. Ma grande capigliatura

fulva rigettata all'indietro, ed una bella barba pure fulva

coronano quel viso guerriero. „Il Capitano Gontier?"

«Sono io» e mi stringe la mano.

Torinese puro sangue. Subito siamo amici, e mi fa le sue 

confidenze ridendo con certi bianchi denti da lupo che

fanno credere quando dice: "Non passeranno„

Sul tavolo troneggia una polenta dorata molto rispettabile, corteggiata

da una dozzina di bottiglie, certo non vuote. 

Col capitano ed i suoi ufficiali attacchiamo subito, all'invito 

gentile. Poi si discorre. La compagnia è al completo, perciò dobbiamo 

fare dietro fronte subito, dato che di giorno non si può viaggiare.

Perciò montiamo sul nostro carro, e andiamo a Monastier

a posare le nostre povere ossa, per andare l'indomani a presentarci

al comando della Brigata Acqui, cui apparteniamo.

1.- Dopo svariate peregrinazioni in cerca del comando di Brigata,

da esso sono stato assegnato alla 264.


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  • November 23, 2018 12:00:53 Chiara Pugliese

    Verso sud una mitragliatrice nemica gracida solitaria.

    Qualche luce traspare disegnando le entrate dei ricoveri.

    L' automedonte ferma. Al piede dell'argine, una piccola buca

    chiusa da un telo da tenda, è l'ingresso poco maestoso del

    ricovero del mio futuro comandante. Dopo aver chiesto permesso ed

    aver sbattuto regolarmente il cranio nell'ahimè, robusto trave

    che arma quella buca, entrò. È una cavernetta armata da tronchi

    di pioppo, né sgrossati né troppo allineati. Da un lettuccio pensile in

    un angolo si alza un uomo basso e tarchiato, con un maschio

    viso aperto e due azzurri occhi sorridenti. Ma grande capigliatura

    fulva rigettata all'indietro, ed una bella barba pure fulva

    coronano quel viso guerriero. „Il Capitano Gontier?"

    «Sono io» e mi stringe la mano.

    Torinese puro sangue. Subito siamo amici, e mi fa le sue 

    confidenze ridendo con certi bianchi denti da lupo che

    fanno credere quando dice: "Non passeranno„

    Sul tavolo troneggia una polenta dorata molto rispettabile, corteggiata

    da una dozzina di bottiglie, certo non vuote. 

    Col capitano ed i suoi ufficiali attacchiamo subito, all'invito 

    gentile. Poi si discorre. La compagnia è al completo, perciò dobbiamo 

    fare dietro fronte subito, dato che di giorno non si può viaggiare.

    Perciò montiamo sul nostro carro, e andiamo a Monastier

    a posare le nostre povere ossa, per andare l'indomani a presentarci

    al comando della Brigata Acqui, cui apparteniamo.

    1.- Dopo svariate peregrinazioni in cerca del comando di Brigata,

    da esso sono stato assegnato alla 264.


  • November 22, 2018 15:35:43 Chiara Pugliese

    Verso sud una mitragliatrice nemica gracida solitaria.

    Qualche luce traspare disegnando le entrate dei ricoveri.

    L'  ferma. Al piede dell'argine, una piccola buca

    chiusa da un telo da tenda, è l'ingresso poco maestoso del

    ricovero del mio futuro comandante.


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    Monastier

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5918 / 249037
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http://europeana1914-1918.eu/...
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Roberto Ferrari
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http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/


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