Mario Baratta … [et al.], Pagine geografiche della nostra guerra. Raccolta delle conferenze tenute nell’anno 1916 alla Reale Società Geografica Italiana, Roma, presso la Reale Società Geografica Italiana, 1917
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Il nostro illustre Presidente trovasi dallo scoppio della guerra alla fronte, il Vicepresidente, Generale Porro, coadiuva il Capo dello Stato Maggiore nella direzione della difficile guerra, il personale dell'Ufficio della Società è, per imprescindibili doveri verso la patria, falcidiato, tuttavia il Consiglio Direttivo della nostra Società non volle che decadesse l'azione civile di questa, e fece quanto di meglio poteva fare nelle circostanze presenti.
La guerra, che si combatte in una fronte così estesa, risvegliò nella nazione il gusto per la geografia, o almeno per la cartografia; possa questo gusto perdurare e intensificarsi anche dopo la pace, perchè, senza dubbio, la geografia è lo studio più adatto per elevare la coltura media di una nazione; la sua funzione è altamente educatrice.
Nelle Conferenze, che qua vengono pubblicate, Mario Baratta dimostra come tutta la parte della grande cerchia alpina, che manda le sue acque all'Adriatico, sia italiana, e come il confine geografico, scientificamente indiscutibile, dell'Italia fisica, sia appunto la linea di cresta, che separa le acque scendenti all'Adriatico da quelle che volgono al Mar Nero.
Torquato Taramelli ci insegna che, anche all'infuori dei diritti demografici e fisici che fanno nostro il Trentino, il divenire esso parte del Regno è acquistare una regione che, per quanto nel cuore delle Alpi, è amenissima, varia, produttiva e popolosa.
Alessandro Martelli pone in evidenza le condizioni geografiche e politiche dell'Albania, la quale, per essere distaccata politicamente da ogni altro territorio del versante egeo e ionico in seguito al volere della diplomazia europea e alle aspirazioni dei popoli vicini, si trova come regione del tutto adriatica strettamente connessa alla questione che coinvolge tanti gravi interessi per l'unità e la sicurezza d'Italia.
Giotto Dainelli, nella sua conferenza sulla Dalmazia, cerca di dimostratre come la Dalmazia costituisca una regione caratteristicamente distinta, la quale, mentre appare solo materialmente legata alla Balcania, ha invece stretti rapporti naturali con l'Italia, così per le sue condizioni geologiche, come per la flora e la fauna.
Dopo la conferenza di Giotto Dainelli, una ne tenne il dottor Gino Scarpa sull'avvenire economico di Trieste italiana, che ci duole pag. 5 non aver potuto pubblicare, per impegni di pubblicazione che il conferenziere aveva assunti in precedenza.
Un'altra volta Mario Baratta ci istruisce sulla morfologia di quella parte della Carsia, propriamente detta, che geograficamente spetta all'Italia; e, da ultimo, Paolo Vinassa de Regny ci parla della Carnia e delle Alpi, e propriamente di quella a sinistra del Tagliamento e di tutte le Alpi carniche da Toblacco sino a Tarvisio.
Il lettore trova nella presente pubblicazione appunto queste cinque conferenze; è un piccolo saggio d'un dovere civile che la Reale Società Geografica Italiana ha compiuto.
Il Vicepresidente
E. MILLOSEVICH.
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Il nostro illustre Presidente trovasi dallo scoppio della guerra alla fronte, il Vicepresidente, Generale Porro, coadiuva il Capo dello Stato Maggiore nella direzione della difficile guerra, il personale dell'Ufficio della Società è, per imprescindibili doveri verso la patria, falcidiato, tuttavia il Consiglio Direttivo della nostra Società non volle che decadesse l'azione civile di questa, e fece quanto di meglio poteva fare nelle circostanze presenti.
La guerra, che si combatte in una fronte così estesa, risvegliò nella nazione il gusto per la geografia, o almeno per la cartografia; possa questo gusto perdurare e intensificarsi anche dopo la pace, perchè, senza dubbio, la geografia è lo studio più adatto per elevare la coltura media di una nazione; la sua funzione è altamente educatrice.
Nelle Conferenze, che qua vengono pubblicate, Mario Baratta dimostra come tutta la parte della grande cerchia alpina, che manda le sue acque all'Adriatico, sia italiana, e come il confine geografico, scientificamente indiscutibile, dell'Italia fisica, sia appunto la linea di cresta, che separa le acque scendenti all'Adriatico da quelle che volgono al Mar Nero.
Torquato Taramelli ci insegna che, anche all'infuori dei diritti demografici e fisici che fanno nostro il Trentino, il divenire esso parte del Regno è acquistare una regione che, per quanto nel cuore delle Alpi, è amenissima, varia, produttiva e popolosa.
Alessandro Martelli pone in evidenza le condizioni geografiche e politiche dell'Albania, la quale, per essere distaccata politicamente da ogni altro territorio del versante egeo e ionico in seguito al volere della diplomazia europea e alle aspirazioni dei popoli vicini, si trova come regione del tutto adriatica strettamente connessa alla questione che coinvolge tanti gravi interessi per l'unità e la sicurezza d'Italia.
Giotto Dainelli, nella sua conferenza sulla Dalmazia, cerca di dimostratre come la Dalmazia costituisca una regione caratteristicamente distinta, la quale, mentre appare solo materialmente legata alla Balcania, ha invece stretti rapporti naturali con l'Italia, così per le sue condizioni geologiche, come per la flora e la fauna.
Dopo la conferenza di Giotto Dainelli, una ne tenne il dottor Gino Scarpa sull'avvenire economico di Trieste italiana, che ci duole pag. 5 non aver potuto pubblicare, per impegni di pubblicazione che il conferenziere aveva assunti in precedenza.
Un'altra volta Mario Baratta ci istruisce sulla morfologia di quella parte della Carsia, propriamente detta, che geograficamente spetta all'Italia; e, da ultimo, Paolo Vinassa de Regny ci parla della Carnia e delle Alpi, e propriamente di quella a sinistra del Tagliamento e di tutte le Alpi carniche da Toblacco sino a Tarvisio.
Il lettore trova nella presente pubblicazione appunto queste cinque conferenze; è un piccolo saggio d'un dovere civile che la Reale Società Geografica Italiana ha compiuto.
Il Vicepresidente
E. MILLOSEVICH.
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