DIARIO DEL SOLDATO BRUNO CELESTINO, item 26
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una copertina da campo, e quai a reclamare
inquanto al vitto, alla mattina un pò di
acqua calda, con farina di fave, alle nove
mezza pagnotta nera che non si sapeva
che nome dargli e anche aver tanta fame
le prime volte non si poteva mangiarla,
a meggogiorno, un mescolo di patate che
quando si trovava quattro patate era gran
festa, alla sera di nuovo un mescolo di
acqua calda con farina di fave. Oh castagne
dindie, e altro acqua a volontà.
Basta passare quaranta giorni in quella
maniera divenni delirito e pensavo dover
patir così dalla fame, e poi mi rassegnavo
al destino, se il mio destino è così e così sia..
e da quando ero partito che nell'idea mia cera
ò essere ferito, o prigioniero, e son caduto
nelle loro mani; e bisognava portare
pazienza, e se dio ci aiuta si andrà in Italia
ad asfamarsi e trovare i nostri cari.
Partenza ai lavori
sempre colla speranza di andar lavorare per
poter mangiare invece sempre al contrario
fatto Luglio 1916 siamo partiti siamo
motori sul treno verso le dodici e alle
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Monza
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Story location Monza
- ID
- 10659 / 256812
- Contributor
- GIUSEPPE BRUNO
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