Propaganda di guerra. Estratto del Bollettino della R. Società Geografica Italiana, (25 novembre 1917), n. 1
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Austerità di vita.
Opportunamente il governo tende a rivedere e limitare con
rigore più stretto le importazioni di generi non essenziali alla guerra
ed alla resistenza del paese. Ciò non potrà solo avere efficacia nei riguardi
del cambio, e servire ad alleggerire il traffico marittimo
e ferroviario, ma risponderà ad una vera legge morale di questa difficile ora.
Mentre, come dice il telegramma del sire dei Tedeschi a von Below,
il loro tallone calpesta il nostro suolo, e torme di popolazioni fuggiasche
chieggono alla carità della madrepatria un tetto ed un tozzo
di pane, l'astinenza ed il sacrificio non devono essere il retaggio
soltanto dei bisognosi; ed il denaro non deve offrir modo ai più
ricchi di trovare ogni agio superfluo e di sottrarsi al dovere supremo
di ripartire fra tutti, in quesst'ora, la sofferenza ed il dolore. Non
deve esser lecito sfoggiare sfarzo di vesti e cercar godimenti costosi.
Quanto occorra di cotone e di lana per ricoprirci e di cuoio per i
nostro calzari, e nulla più. Si costringa chi non ne sente il bisogno
spirituale ad una maggiore austerità di vita.
Oggi, più che mai oggi, la solidarietà nel sacrificio è condizione
suprema di resistenza pei cittadini.
Ed è condizione di vita economica; e merita approvazione ogni
misura governativa che equivalga ad abolizione di consumi voluttuari,
e riduzione ad un minimum di consumi essenziali. Vi sono
ancora aperte troppe fabbriche di merletti e di nastri e di gingilli,
mentre scarseggia il carbone e la forza delle braccia alle industrie
della difesa e dell'alimentazione nazionale. Occorre razionale le industrie,
come si debbono razionare i cibi.
(Riassunto del Messaggero).
Per la Patria e per la riscossa.
I socialisti modenesi dissidenti hanno pubblicato un manifesto
in cui avvertono che <<quando il nemico invade i fertili campi non
distrugge soltanto la fortuna del proprietario, ma anche quella
del contadino; quando siana le officine non distrugge soltanto la
ricchezza del capitalista ma anche il benessere dell'operaio; quando
penetra nel paese minaccia la vita, la fortuna, l'onore di tutti>>;
ed esortano il popola a ricordarsi <<di ciò che hanno provato e
sofferto il Belgio, la Francia, la Polonia, la Serbia, la Romania>>,
affinchè abbia a sorgere contro lo straniero invasore, poichè <<coloro
che invadono oggi l'Italia sono quelli stessi che han voluto la guerra,
e giustizia vuole che siano puniti>>. <<Se non lo fossero - conclude
il manifesto - ogni religione, ogni fede verrebbero meno; se non
lo fossero vorrebbe dire che la prepotenza, la perfidia, la crudeltà,
il delitto non trovano più alcun freno in nessuna legge umana o
divina>>.
Pensieri e massime auree che vanno divulgate con amore come
seme che darà certo ottimi frutti.
(Dal Corrirere della Sera del 14 nov.).
Per vincere occorre non cedere mai.
Un popolo che si crede scelto da Dio per conquistare e rigenerare
il mondo non abbandona così facilmente una simile missione. La
Germania non vi rinuncerà che dopo essere stata più volte vinta...
L'avvenire dipenderà soprattutto dalla durata della nostra volont.
Il programma dei popoli che la Germania vorrebbe asservire può
essere tracciato in poche parole: vincere o morire, non cedere mai.
Nulla resiste ad una volontà forte e continua, nè la natura, nè gli
uomini, nè lo stesso destino.
GUSTAVO LE BON
(Insegnamenti psicologici della guerra europea).
La vittoria immancabile.
Siamo mille e più milioni, molti de' quali per poco che possano
valere, ancora intatti, contro centoquarantasei milioni stremati,
se non esauriti da tre anni di guerra.
I nemici interni vorrebbero offrire e proporre a noi, come già
alla Russia, la sconfitta che i nemici esterni non hanno da soli
potuto apportare.
Quanti amano il paese debbono sapere eludere le loro manovre,
facendo capire al popolo, che come la guerra fu per l'Italia non
la migliore ma l'unica uscita dalla situazione che si è creata, così
la vittoria immancabile, se vi è persistenza, sarà l'unico mezzo
d'assicurare la pace duratura, la tranquillità interna e l'avvenire
del paese.
(Dal Fronte Interno). E. Ciccotti
Pensieri e massime.
Oggi chi resta al di fuori della compagine nazionale rinnega la
qualità di italiano, e chi in questo momento rinnegasse la sua
qualità d'italiano non potrebbe neppure dirsi straniero, ma nemico.
V. E. ORLANDO, Pres. del Consiglio.
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Austerità di vita.
Opportunamente il governo tende a rivedere e limitare con
rigore più stretto le importazioni di generi non essenziali alla guerra
ed alla resistenza del paese. Ciò non potrà solo avere efficacia nei riguardi
del cambio, e servire ad alleggerire il traffico marittimo
e ferroviario, ma risponderà ad una vera legge morale di questa difficile ora.
Mentre, come dice il telegramma del sire dei Tedeschi a von Below,
il loro tallone calpesta il nostro suolo, e torme di popolazioni fuggiasche
chieggono alla carità della madrepatria un tetto ed un tozzo
di pane, l'astinenza ed il sacrificio non devono essere il retaggio
soltanto dei bisognosi; ed il denaro non deve offrir modo ai più
ricchi di trovare ogni agio superfluo e di sottrarsi al dovere supremo
di ripartire fra tutti, in quesst'ora, la sofferenza ed il dolore. Non
deve esser lecito sfoggiare sfarzo di vesti e cercar godimenti costosi.
Quanto occorra di cotone e di lana per ricoprirci e di cuoio per i
nostro calzari, e nulla più. Si costringa chi non ne sente il bisogno
spirituale ad una maggiore austerità di vita.
Oggi, più che mai oggi, la solidarietà nel sacrificio è condizione
suprema di resistenza pei cittadini.
Ed è condizione di vita economica; e merita approvazione ogni
misura governativa che equivalga ad abolizione di consumi voluttuari,
e riduzione ad un minimum di consumi essenziali. Vi sono
ancora aperte troppe fabbriche di merletti e di nastri e di gingilli,
mentre scarseggia il carbone e la forza delle braccia alle industrie
della difesa e dell'alimentazione nazionale. Occorre razionale le industrie,
come si debbono razionare i cibi.
(Riassunto del Messaggero).
Per la Patria e per la riscossa.
I socialisti modenesi dissidenti hanno pubblicato un manifesto
in cui avvertono che <<quando il nemico invade i fertili campi non
distrugge soltanto la fortuna del proprietario, ma anche quella
del contadino; quando siana le officine non distrugge soltanto la
ricchezza del capitalista ma anche il benessere dell'operaio; quando
penetra nel paese minaccia la vita, la fortuna, l'onore di tutti>>;
ed esortano il popola a ricordarsi <<di ciò che hanno provato e
sofferto il Belgio, la Francia, la Polonia, la Serbia, la Romania>>,
affinchè abbia a sorgere contro lo straniero invasore, poichè <<coloro
che invadono oggi l'Italia sono quelli stessi che han voluto la guerra,
e giustizia vuole che siano puniti>>. <<Se non lo fossero - conclude
il manifesto - ogni religione, ogni fede verrebbero meno; se non
lo fossero vorrebbe dire che la prepotenza, la perfidia, la crudeltà,
il delitto non trovano più alcun freno in nessuna legge umana o
divina>>.
Pensieri e massime auree che vanno divulgate con amore come
seme che darà certo ottimi frutti.
(Dal Corrirere della Sera del 14 nov.).
Per vincere occorre non cedere mai.
Un popolo che si crede scelto da Dio per conquistare e rigenerare
il mondo non abbandona così facilmente una simile missione. La
Germania non vi rinuncerà che dopo essere stata più volte vinta...
L'avvenire dipenderà soprattutto dalla durata della nostra volont.
Il programma dei popoli che la Germania vorrebbe asservire può
essere tracciato in poche parole: vincere o morire, non cedere mai.
Nulla resiste ad una volontà forte e continua, nè la natura, nè gli
uomini, nè lo stesso destino.
GUSTAVO LE BON
(Insegnamenti psicologici della guerra europea).
La vittoria immancabile.
Siamo mille e più milioni, molti de' quali per poco che possano
valere, ancora intatti, contro centoquarantasei milioni stremati,
se non esauriti da tre anni di guerra.
I nemici interni vorrebbero offrire e proporre a noi, come già
alla Russia, la sconfitta che i nemici esterni non hanno da soli
potuto apportare.
Quanti amano il paese debbono sapere eludere le loro manovre,
facendo capire al popolo, che come la guerra fu per l'Italia non
la migliore ma l'unica uscita dalla situazione che si è creata, così
la vittoria immancabile, se vi è persistenza, sarà l'unico mezzo
d'assicurare la pace duratura, la tranquillità interna e l'avvenire
del paese.
(Dal Fronte Interno). E. Ciccotti
Pensieri e massime.
Oggi chi resta al di fuori della compagine nazionale rinnega la
qualità di italiano, e chi in questo momento rinnegasse la sua
qualità d'italiano non potrebbe neppure dirsi straniero, ma nemico.
V. E. ORLANDO, Pres. del Consiglio.
-
Austerità di vita.
Opportunamente il governo tende a rivedere e limitare con
rigore più stretto le importazioni di generi non essenziali alla guerra
ed alla resistenza del paese. Ciò non potrà solo avere efficacia nei riguardi
del cambio, e servire ad alleggerire il traffico marittimo
e ferroviario, ma risponderà ad una vera legge morale di questa difficile ora.
Mentre, come dice il telegramma del sire dei Tedeschi a von Below,
il loro tallone calpesta il nostro suolo, e torme di popolazioni fuggiasche
chieggono alla carità della madrepatria un tetto ed un tozzo
di pane, l'astinenza ed il sacrificio non devono essere il retaggio
soltanto dei bisognosi; ed il denaro non deve offrir modo ai più
ricchi di trovare ogni agio superfluo e di sottrarsi al dovere supremo
di ripartire fra tutti, in quesst'ora, la sofferenza ed il dolore. Non
deve esser lecito sfoggiare sfarzo di vesti e cercar godimenti costosi.
Quanto occorra di cotone e di lana per ricoprirci e di cuoio per i
nostro calzari, e nulla più. Si costringa chi non ne sente il bisogno
spirituale ad una maggiore austerità di vita.
Oggi, più che mai oggi, la solidarietà nel sacrificio è condizione
suprema di resistenza pei cittadini.
Ed è condizione di vita economica; e merita approvazione ogni
misura governativa che equivalga ad abolizione di consumi voluttuari,
e riduzione ad un minimum di consumi essenziali. Vi sono
ancora aperte troppe fabbriche di merletti e di nastri e di gingilli,
mentre scarseggia il carbone e la forza delle braccia alle industrie
della difesa e dell'alimentazione nazionale. Occorre razionale le industrie,
come si debbono razionare i cibi.
(Riassunto del Messaggero).
Per la Patria e per la riscossa.
I socialisti modenesi dissidenti hanno pubblicato un manifesto
in cui avvertono che <<quando il nemico invade i fertili campi non
distrugge soltanto la fortuna del proprietario, ma anche quella
del contadino; quando siana le officine non distrugge soltanto la
ricchezza del capitalista ma anche il benessere dell'operaio; quando
penetra nel paese minaccia la vita, la fortuna, l'onore di tutti>>;
ed esortano il popola a ricordarsi <<di ciò che hanno provato e
sofferto il Belgio, la Francia, la Polonia, la Serbia, la Romania>>,
affinchè abbia a sorgere contro lo straniero invasore, poichè <<coloro
che invadono oggi l'Italia sono quelli stessi che han voluto la guerra,
e giustizia vuole che siano puniti>>. <<Se non lo fossero - conclude
il manifesto - ogni religione, ogni fede verrebbero meno; se non
lo fossero vorrebbe dire che la prepotenza, la perfidia, la crudeltà,
il delitto non trovano più alcun freno in nessuna legge umana o
divina>>.
Pensieri e massime auree che vanno divulgate con amore come
seme che darà certo ottimi frutti.
(Dal Corrirere della Sera del 14 nov.).
Per vincere occorre non cedere mai.
Un popolo che si crede scelto da Dio per conquistare e rigenerare
il mondo non abbandona così facilmente una simile missione. La
Germania non vi rinuncerà che dopo essere stata più volte vinta...
L'avvenire dipenderà soprattutto dalla durata della nostra volont.
Il programma dei popoli che la Germania vorrebbe asservire può
essere tracciato in poche parole: vincere o morire, non cedere mai.
Nulla resiste ad una volontà forte e continua, nè la natura, nè gli
uomini, nè lo stesso destino.
GUSTAVO LE BON
(Insegnamenti psicologici della guerra europea).
La vittoria immancabile.
-
Austerità di vita.
Opportunamente il governo tende a rivedere e limitare con
rigore più stretto le importazioni di generi non essenziali alla guerra
ed alla resistenza del paese. Ciò non potrà solo avere efficacia nei riguardi
del cambio, e servire ad alleggerire il traffico marittimo
e ferroviario, ma risponderà ad una vera legge morale di questa difficile ora.
Mentre, come dice il telegramma del sire dei Tedeschi a von Below,
il loro tallone calpesta il nostro suolo, e torme di popolazioni fuggiasche
chieggono alla carità della madrepatria un tetto ed un tozzo
di pane, l'astinenza ed il sacrificio non devono essere il retaggio
soltanto dei bisognosi; ed il denaro non deve offrir modo ai più
ricchi di trovare ogni agio superfluo e di sottrarsi al dovere supremo
di ripartire fra tutti, in quesst'ora, la sofferenza ed il dolore. Non
deve esser lecito sfoggiare sfarzo di vesti e cercar godimenti costosi.
Quanto occorra di cotone e di lana per ricoprirci e di cuoio per i
nostro calzari, e nulla più. Si costringa chi non ne sente il bisogno
spirituale ad una maggiore austerità di vita.
Oggi, più che mai oggi, la solidarietà nel sacrificio è condizione
suprema di resistenza pei cittadini.
Ed è condizione di vita economica; e merita approvazione ogni
misura governativa che equivalga ad abolizione di consumi voluttuari,
e riduzione ad un minimum di consumi essenziali. Vi sono
ancora aperte troppe fabbriche di merletti e di nastri e di gingilli,
mentre scarseggia il carbone e la forza delle braccia alle industrie
della difesa e dell'alimentazione nazionale. Occorre razionale le industrie,
come si debbono razionare i cibi.
(Riassunto del Messaggero).
Per la Patria e per la riscossa.
I socialisti modenesi dissidenti hanno pubblicato un manifesto
in cui avvertono che <<quando il nemico invade i fertili campi non
distrugge soltanto la fortuna del proprietario, ma anche quella
del contadino; quando siana le officine non distrugge soltanto la
ricchezza del capitalista ma anche il benessere dell'operaio; quando
penetra nel paese minaccia la vita, la fortuna, l'onore di tutti>>;
ed esortano il popola a ricordarsi <<di ciò che hanno provato e
sofferto il Belgio, la Francia, la Polonia, la Serbia, la Romania>>,
affinchè abbia a sorgere contro lo straniero invasore, poichè <<coloro
che invadono oggi l'Italia sono quelli stessi che han voluto la guerra,
e giustizia vuole che siano puniti>>. <<Se non lo fossero - conclude
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