Ugo Marcangeli, fratello di mia nonna, fu uno dei tanti giovani che, all'inizio del 1918, a poco più di 18 anni, andò al fronte con entusiasmo, coraggio e senso del dovere, per portare nuova linfa nelle vene di un esercito che, mai come dopo la sconfitta di Caporetto, aveva bisogno di energie rinnovate. Purtroppo il 2 luglio dello stesso anno morì sul Monte Grappa, su Col dei Grassi.
Come risulta dal foglio matricolare il 14 maggio del 1917 dopo la visita di leva fu chiamato alle armi per entrare nel corpo dei Bersaglieri.
Il giovane soldato avrebbe voluto seguire i corsi presso l'Accademia Militare di Modena. Tuttavia, a causa del poco tempo previsto per l'addestramento, fu inviato alla Scuola allievi ufficiali di complemento G. Ferraris di Caserta dove arrivò il 7 ottobre 1917 dopo un viaggio di nove ore.
Privo di qualunque nozione militare dovette apprendere in pochi mesi come funzionava un fucile, una pistola e in che modo maneggiare una baionetta o una maschera antigas. Studiò poi la topografia e le tecniche di combattimento.
Fu una scuola molto veloce quella dei ragazzi del '99. Quattro mesi di cui venti giorni di campi di addestramento a S. Felice a Cancelli, Nola, Arienzo. Ugo raccontava alla famiglia di trovare la vita militare molto dura. Le intemperie, le lunghe marce, l'impossibilità di cambiarsi, il vitto, l'alloggio tutto gli appariva difficile. La famiglia lo seguiva, gli inviava del danaro, delle foto cercava di stargli vicino come poteva.
Rientrato a casa ad Amelia dove risideva, il 26 febbraio 1918, nel mese di marzo, venne assegnato alla Brigata Calabria. L'11 aprile partì per Bassano del Grappa dove venne assegnato al 31 Fanteria di Marcia.
Nel mese di maggio svolse un veloce corso di addestramento al termine del quale, il 31 di maggio, ottenne il grado di Sottotenente.
Il 7 di giugno si offrì volontario per andare in prima linea.
Il 15 giugno il nemico alle tre di notte iniziò un violentissimo bombardamento nella zona di Col Moschin.
Il 18 giugno Ugo raggiunse il 60° fanteria in linea. Questi, dopo una strenua battaglia, cedette la prima linea ma resistette in seconda linea. Il 24 giugno Ugo compì la sua prima azione con l'incarico di comandante di plotone. Durante l'assalto, come ebbe a dire in seguito il suo Comandante, pur essendo alle prime armi, non ebbe paura anzi dimostrò sangue freddo, lucidità e soprattutto una certa arte del comando.
Arginata nei giorni precedenti la poderosa offensiva, il 2 luglio ebbe inizio una nuova azione di combattimento allo scopo di attaccare e rioccupare la linea di Col del Miglio. Dato l'ordine di assalto alle ore 4 e 30, le varie compagnie con gli ufficiali in testa avanzarono velocemente per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il Sottotenente Marcangeli a capo del suo plotone, appena uscito dalla trincea, venne colpito da una grandine di schegge che lo ferì mortalmente alla tempia e al petto (probabilmente dei proiettili di shrapnel). Al momento della morte questi si trovava esattamente su Col dei Grassi uno dei Colli alti del Grappa.
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Il padre Domenico, al fine di dare un senso a quella morte, avvenuta quasi al termine della guerra, si dedicò per molti anni a commemorare il figlio. A tale scopo realizzò un LIBRO nel quale ricostruì attraverso, documenti, lettere, articoli di giornale e moltissime foto, la vita del figlio in una lunga e dettagliata carrellata che va dal 1900 fino al 1918.
Il libro, conservato con amorevole cura dalla sorella di Ugo, Maria e poi dalla figlia di lei, Elda Marangio, è pervenuto ai giorni nostri del tutto integro.
Dall'esame di questo documento è stato possibile ricostruire la vita di Ugo di cui non si sapeva in pratica nulla e anche della sua famiglia d'origine i Marcangeli ed è emerso un importante spaccato della vita di una famiglia borghese italiana che, da un lutto di tale portata, non fu più capace di riprendersi del tutto.