L'Ospedale chirurgico mobile "Città di Milano" al Campo

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4.

portare rapidamente ed impiantare in qualunque punto della fronte, indipendentemente dalle risorse locali, un moderno Ospedale chiriurgico, capace

di eseguire, con ogni garanzia, qualsiasi atto operativo, e di dare ricovero

e cura consecutiva a un cospicuo numero di feriti che può salir fino a 200,

qualora si possa avere a disposizione un fabbricato per un parziale accantonamento.

Ho parlato non solo di ricovero e di operazioni, ma anche di cura

consecutiva dei feriti operati, le tre funzioni che devono essere riunite per

dare all'unità sanitaria il carattere di Ospedale e renderne l'opera quanto

più è possibile proficua.

Abbiamo avuta la soddisfazione di constatare che questo concetto, che

era stato informatore del nostro programma, ha trovato piena giustificazione

nella pratica, la quale ci ha ancora maggiormente convinti della

inferiorità di certe Ambulanze francesi, che hanno un programma essenzialmente

operativo e cedono la cura consecutiva ad altre unità sanitarie. Ne

dirò le ragioni parlando della cura degli addominali.

Il proposito della cura consecutiva può sembrare in contrasto con il

carattere di mobilità che il nostro Ospedale si era prefisso; ma ciò non è,

bastando - quando l'Ospedale debba spostarsi, per portare altrove l'opera

sua - distaccare un reparto con uno o due medici per curare gli opreati

fino a che non sieno sicuramente fuori di pericolo, e non abbiano più bisogno 

di cure speciali.

E mi sia ora permesso di fermarmi un poco sul termine <<mobile>> a

cui qualcuno, scettico per abitudine mentale, ha voluto negare <<a priori>> la

sua fiducia. <<L'attributo mobile>> - scriverva il prof. Rossi in una sua

pubblicazione dell'aprile, comparsa nel giornali <<Ospedale Maggiore>> e <<Rivista

Ospedaliera>> - non deve già essere inteso nel senso che l'Ospedale continui

a spostarsi per provvedere ai soli atti operativi. <<Ospedale mobile>> perchè

atto a portarsi rapidamente dove occorre la sua opera, ma nel verso concetto ospedaliero, destinato oltre che al ricovero, al trattamento dei feriti

gravi, intrasportabili, finchè non sia possibile e scevro di pericolo il loro

sgombero verso gli Ospedali retrostanti. Il carattere di mobilità è stato

dunque fissato fin dal principio in modo ben preciso. Come vi abbia risposto

l'Ospedale in pratica dicano i fatti.

I due Ospedali intitolati alla Città di Milano e alla Cassa di Risparmio

delle Province Lombarde partirono da Milano destinati dapprima all'armata

operante sul basso Isonzo dove le condizioni del terreno di battaglia, la

ricchezza delle strade, la disposizione delle truppe, permettono un fucile e

rapido trasporto dei feriti dal posto di combattimento alle Unità sanitarie più

avanzate; ma, stante le mutate vicende belliche, sollecitarono l'invio alla

fronte del Trentino, il che fu concesso, con destinazione della seconda Unità,

Ospedale Cassa di Risparmio, a Schio, e dell'Ospedale Città di Milano, ad Ala.

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4.

portare rapidamente ed impiantare in qualunque punto della fronte, indipendentemente dalle risorse locali, un moderno Ospedale chiriurgico, capace

di eseguire, con ogni garanzia, qualsiasi atto operativo, e di dare ricovero

e cura consecutiva a un cospicuo numero di feriti che può salir fino a 200,

qualora si possa avere a disposizione un fabbricato per un parziale accantonamento.

Ho parlato non solo di ricovero e di operazioni, ma anche di cura

consecutiva dei feriti operati, le tre funzioni che devono essere riunite per

dare all'unità sanitaria il carattere di Ospedale e renderne l'opera quanto

più è possibile proficua.

Abbiamo avuta la soddisfazione di constatare che questo concetto, che

era stato informatore del nostro programma, ha trovato piena giustificazione

nella pratica, la quale ci ha ancora maggiormente convinti della

inferiorità di certe Ambulanze francesi, che hanno un programma essenzialmente

operativo e cedono la cura consecutiva ad altre unità sanitarie. Ne

dirò le ragioni parlando della cura degli addominali.

Il proposito della cura consecutiva può sembrare in contrasto con il

carattere di mobilità che il nostro Ospedale si era prefisso; ma ciò non è,

bastando - quando l'Ospedale debba spostarsi, per portare altrove l'opera

sua - distaccare un reparto con uno o due medici per curare gli opreati

fino a che non sieno sicuramente fuori di pericolo, e non abbiano più bisogno 

di cure speciali.

E mi sia ora permesso di fermarmi un poco sul termine <<mobile>> a

cui qualcuno, scettico per abitudine mentale, ha voluto negare <<a priori>> la

sua fiducia. <<L'attributo mobile>> - scriverva il prof. Rossi in una sua

pubblicazione dell'aprile, comparsa nel giornali <<Ospedale Maggiore>> e <<Rivista

Ospedaliera>> - non deve già essere inteso nel senso che l'Ospedale continui

a spostarsi per provvedere ai soli atti operativi. <<Ospedale mobile>> perchè

atto a portarsi rapidamente dove occorre la sua opera, ma nel verso concetto ospedaliero, destinato oltre che al ricovero, al trattamento dei feriti

gravi, intrasportabili, finchè non sia possibile e scevro di pericolo il loro

sgombero verso gli Ospedali retrostanti. Il carattere di mobilità è stato

dunque fissato fin dal principio in modo ben preciso. Come vi abbia risposto

l'Ospedale in pratica dicano i fatti.

I due Ospedali intitolati alla Città di Milano e alla Cassa di Risparmio

delle Province Lombarde partirono da Milano destinati dapprima all'armata

operante sul basso Isonzo dove le condizioni del terreno di battaglia, la

ricchezza delle strade, la disposizione delle truppe, permettono un fucile e

rapido trasporto dei feriti dal posto di combattimento alle Unità sanitarie più

avanzate; ma, stante le mutate vicende belliche, sollecitarono l'invio alla

fronte del Trentino, il che fu concesso, con destinazione della seconda Unità,

Ospedale Cassa di Risparmio, a Schio, e dell'Ospedale Città di Milano, ad Ala.


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  • November 10, 2018 08:02:02 Sara Fresi

    4.

    portare rapidamente ed impiantare in qualunque punto della fronte, indipendentemente dalle risorse locali, un moderno Ospedale chiriurgico, capace

    di eseguire, con ogni garanzia, qualsiasi atto operativo, e di dare ricovero

    e cura consecutiva a un cospicuo numero di feriti che può salir fino a 200,

    qualora si possa avere a disposizione un fabbricato per un parziale accantonamento.

    Ho parlato non solo di ricovero e di operazioni, ma anche di cura

    consecutiva dei feriti operati, le tre funzioni che devono essere riunite per

    dare all'unità sanitaria il carattere di Ospedale e renderne l'opera quanto

    più è possibile proficua.

    Abbiamo avuta la soddisfazione di constatare che questo concetto, che

    era stato informatore del nostro programma, ha trovato piena giustificazione

    nella pratica, la quale ci ha ancora maggiormente convinti della

    inferiorità di certe Ambulanze francesi, che hanno un programma essenzialmente

    operativo e cedono la cura consecutiva ad altre unità sanitarie. Ne

    dirò le ragioni parlando della cura degli addominali.

    Il proposito della cura consecutiva può sembrare in contrasto con il

    carattere di mobilità che il nostro Ospedale si era prefisso; ma ciò non è,

    bastando - quando l'Ospedale debba spostarsi, per portare altrove l'opera

    sua - distaccare un reparto con uno o due medici per curare gli opreati

    fino a che non sieno sicuramente fuori di pericolo, e non abbiano più bisogno 

    di cure speciali.

    E mi sia ora permesso di fermarmi un poco sul termine <<mobile>> a

    cui qualcuno, scettico per abitudine mentale, ha voluto negare <<a priori>> la

    sua fiducia. <<L'attributo mobile>> - scriverva il prof. Rossi in una sua

    pubblicazione dell'aprile, comparsa nel giornali <<Ospedale Maggiore>> e <<Rivista

    Ospedaliera>> - non deve già essere inteso nel senso che l'Ospedale continui

    a spostarsi per provvedere ai soli atti operativi. <<Ospedale mobile>> perchè

    atto a portarsi rapidamente dove occorre la sua opera, ma nel verso concetto ospedaliero, destinato oltre che al ricovero, al trattamento dei feriti

    gravi, intrasportabili, finchè non sia possibile e scevro di pericolo il loro

    sgombero verso gli Ospedali retrostanti. Il carattere di mobilità è stato

    dunque fissato fin dal principio in modo ben preciso. Come vi abbia risposto

    l'Ospedale in pratica dicano i fatti.

    I due Ospedali intitolati alla Città di Milano e alla Cassa di Risparmio

    delle Province Lombarde partirono da Milano destinati dapprima all'armata

    operante sul basso Isonzo dove le condizioni del terreno di battaglia, la

    ricchezza delle strade, la disposizione delle truppe, permettono un fucile e

    rapido trasporto dei feriti dal posto di combattimento alle Unità sanitarie più

    avanzate; ma, stante le mutate vicende belliche, sollecitarono l'invio alla

    fronte del Trentino, il che fu concesso, con destinazione della seconda Unità,

    Ospedale Cassa di Risparmio, a Schio, e dell'Ospedale Città di Milano, ad Ala.


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    Ospedale Maggiore di Milano

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  • Story location Ospedale Maggiore di Milano
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5749 / 64786
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http://europeana1914-1918.eu/...
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Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia
License
http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/


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